domenica 31 marzo 2013

10 saggi, ma tutti maschi. Fra le prime reazioni a caldo, quella di Laura Puppato

A quanto pare  di "sagge", in Italia, nemmeno l'ombra. Se serve l'articolo, cercare solo negli scaffali maschili. Dopodiché.. si trova roba di qualità non certissima. Comunque! dopo aver espresso grande fiducia nelle mosse del Presidente, in una nota piena di speranza, non appena usciti i nomi Puppato è stata fra le primissime a esprimersi. 
Ma l'umore era decisamente cambiato. Ecco infatti la sua reazione all'incarico affidato dal Presidente a 10-saggi-tutti-maschi:

"Abbiamo un Parlamento con una buona fetta di donne, finalmente. Ma il Presidente Napolitano dimentica oggi di inserire 1 dico UNA DONNA nel novero dei cosiddetti "saggi" che devono contribuire a trarre il Paese da una delle situazioni più difficili che abbia vissuto la nostra politica.
Dieci saggi: ma come se questa parola fosse declinabile solo al maschile.
Come se la rosa di figure a cui guardare fosse una sorta di Senato dell'epoca romana.
Anche senza entrare nel merito dei nomi scelti (pur criticabili); già questa anacronistica scelta monogenere è sufficiente per dire: non è accettabile, sig. Presidente.
Questa si è una delusione.
Amara, e anche ironica, viste le dichiarazioni rese proprio dal Presidente in occasione dell'8 marzo.
E visto l'esempio dato in questi giorni dal Papa stesso, di volgere lo sguardo a un nuovo rispetto verso le donne, per la prima volta mettendo anche loro fra gli apostoli e lavando loro i piedi.
Comprendiamo la gravità degli oneri che pesano su Napolitano, ma non possiamo che bocciarne l'operato, questa volta: in base alla legge 120/2011, in base alle legge elettorale, in base al buon senso.
Temo che il Presidente abbia dimenticato di chiamare in audizione sua moglie Clio, lei gli avrebbe certamente fatto notare che non è più possibile dimenticare l'importanza di un equilibrio di genere nel governo della Repubblica.
Ora mi auguro nessuno pensi di "riparare" nominando in extremis una donna in più a titolo cosmetico.
Ci aspettiamo qualcosa di diverso e più serio, e ci è dovuto".

giovedì 28 marzo 2013

Puppato-TAV story: un riassunto

In sintesi, le posizioni di Laura Puppato raccolte direttamente dalle fonti:
1. In una nota sulla sua pagina facebook, il 20 marzo Laura spiegava che:
il 23 marzo sarebbe stata in Valsusa per "ribadire quelle che sono state sempre le mie posizioni (che ho avuto modo di esprimere anche durante la campagna per le Primarie): ma certamente non andrò per fare barricate. Come dice questo articolo su Repubblica, andrò "per ascoltare gli amministratori, perché penso che non sia più tempo di spendere nemmeno un euro se non per investimenti all'insegna della ragionevolezza e del buon senso. Quest'opera costa moltissimo, non è supportata da stime di traffici in crescita e la popolazione non la vuole. Non escludo che possa essere utile, ma ora non è una priorità, come non lo sono gli F35 e il ponte di Messina", e concludeva con la proposta di "aprire una finestra sulle opportunità che si aprono se abbiamo il coraggio di dire che abbiamo sbagliato!"
Ma gli uomini non chiedono le indicazioni stradali, né la politica macha ammetterà mai di avere sbagliato.. lo sapevi Laura? anche perché certi "sbagli" non sono tali; sono più spesso scelte scellerate che hanno dietro interessi privati. Questo lo sappiamo tutti, ma supponiamo che la buona fede, almeno in alcuni ci fosse e ci sia. Giustamente, almeno a quelli, Laura ricorda anche che la situazione oggi è cambiata:
"Fa parte di questo metodo anche essere pragmaticamente disposti a stralciare e/o fortemente diminuire le spese previste per gli F35. Anche qui con i fondi non spesi a questo titolo potremo fare politiche di investimento per dare lavoro: cuneo fiscale, investimenti nei comuni su scuole. Il mondo è cambiato, la prima priorità deve essere cambiare mentalità e cercare nuove strade. Guardare a una politica nuova non può essere solo uno slogan: dobbiamo crederci, e dobbiamo farlo".

2. In una seconda nota, piena di riferimenti a documenti esterni, Laura si spiega ancora meglio:
Perché trovo giusto riconsiderare tutto il progetto della TAV? Perché penso necessario approfondire: ammettere di avere sbagliato i calcoli potrebbe ridurre un danno annunciato e in parte già compiuto.
E quali sono le mie posizioni, non solo di oggi, ma "storiche", su tutta la questione?
Oggi, oltre a guardare alle cose da fare, con onesto spirito di collaborazione, è necessario anche difendersi da accuse che arrivano da tutti i lati; che spesso hanno il solo scopo di dividere e non di fare chiarezza. Ma per chi a fare chiarezza ci tiene, e desidera approfondire (prima di sventolare cappi, da un lato e dall'altro), giusto entrare con precisione nel merito delle questioni.
E sulla questione non sono mai stata sulle barricate; ma le mie perplessità le vado esprimendo da tempo; cosa di cui ho dovuto rendere conto anche durante la candidatura alle Primarie; come vedete ad esempio QUI, o QUI. Dunque certo non le tiro fuori dal cappello oggi, per sventolarle come elementi di seduzione verso i 5Stelle! ma perfino questo mi viene rinfacciato, anche con riferimenti alle posizioni del partito a cui appartengo. Un post nella rete mi apostrofa così: "scopro ora che la Puppato, 'pontiera'tra PD e M5S, il prossimo sabato sarà in ValSusa in occasione della manifestazione, come i parlamentari 5 Stelle. L’on. Puppato andrà a far finta (grazie della fiducia) di essere una NoTAV, come nella tradizione 'greenwashing' del suo partito. E’ il caso di ricordare che neppure un anno fa presentava una mozione alla Regione Veneto per sollecitare l’avvio della TAV così esprimendosi: quella della AV/AC è un’opera prioritaria, giacché consente all’Italia di fare un passo in avanti nelle connessioni con il grande spazio europeo".
Ma non sarebbe meglio contestualizzare, e dire le cose per intero? (io non ho l'abitudine di fare greenwashing a nessuno, perché la mia storia è chiara (e al mio partito al massimo faccio le pulci).
In primo luogo rifaccio dunque la storia di come si è mosso sull'argomento il PD veneto.

In sintesi, rispetto alla linea AV/AC Mestre – Portogruaro, nei diversi atti presentati come gruppo consiliare del PD abbiamo:  
1) chiesto di procedere in modo condiviso con le popolazioni locali e le amministrazioni comunali (questione di metodo); Vedi QUI e QUI

2) chiesto di scegliere il modello TAC piuttosto che TAV
addossando la nuova linea a quella esistente evitando così ulteriori scempi al territorio;

3) indicato, come un errore da non commettere! il tracciato separato
dalla linea ferroviaria attuale e dall’autostrada esistente, situato nelle indicazione della Regione lungo la costa e che contiene elementi di impatto ambientale molto pesanti; Vedi QUI e QUI.

4) chiesto il collegamento della rete regionale e dell'SFMR 
con le linee ferroviarie nazionali ed internazionali, con una logica pianificata e coordinata in modo da rendere intermodale e modulare il sistema di trasporto viaggiatori e merci;

5) chiesto di dare assoluta priorità alla SMFR per il trasporto regionale
adeguandolo a standard europei di cui non vi è traccia nella realtà. Vedi QUI.

Le mie perplessità nascono proprio dai presupposti del progetto: secondo i quali si dà per scontato un incremento continuo degli interscambi e del traffico merci sull'asse Italia-Francia.
Ma questa ipotesi è confutata non solo da diversi economisti, ma anche dalla realtà dei numeri.
Infatti: via ferrovia del Fréjus sono passate nel 2009 (ultimo dato disponibile) merci per 2,4 milioni di tonnellate. L'anno prima erano state 4,6 milioni, nel 2000 addirittura 8,6 milioni.  
E negli ultimi due anni questa tendenza ha riguardato allo stesso modo Svizzera e Austria.
La Tav servirebbe a trasportare prodotti per o da Francia, Spagna e Portogallo: cioè mercati in fase di stallo, dove import ed export sono arrivati quasi alla saturazione.  
Diverso sarebbe se il tracciato servisse per arrivare più velocemente in Germania, nostro partner commerciale, o ai porti di Rotterdam, Amburgo e Anversa: porti dai quali passano le merci da e verso la Cina e gli altri mercati emergenti, che - dovendo scaricare in Italia - oggi privilegiano la Svizzera o il Brennero.  

Inoltre oggi non ci sono più soldi. Quei pochi vanno investiti bene, e urgentemente, con una logica di ritorno per le imprese, le famiglie e soprattutto in termini  di occupazione. Vero che la visione "nazionale" ed Europea debba risultare prevalente sui punti di vista locali (spesso distorti dal non valutare l'insieme ma solo l'immediato, piccolo pezzo che gli è relativo); ma anche questa verità oggi non va a detrimento delle ragioni degli abitanti (contrarissimi alle opere), ma proprio degli stessi promotori della Tav.

Come avere una visione obiettiva, e davvero lungimirante? occorrono studi approfonditi, occorre tener conto di quelli che già in larga parte esistono, ma restano ad oggi ignorati e accantonati. Un esempio fra tutti quello della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile di Edo Ronchi (che trovate qui PER INTERO), steso sotto l'egida dell'Ambasciata svizzera in Italia e con il contributo di Ferrovie Italiane (alla presentazione vi era tra i relatori Mauro Moretti!).
Non c'è abbastanza obiettività e questo è un dramma. Bisogna andare oltre alle scelte per inedia o per schieramenti preconcetti. Ecco perché domani sarò a Chiomonte, accanto ai sindaci della Val di Susa. Con lo spirito che richiamato QUI.

IN CONCLUSIONE: Né rincorse ai grillini né spaccature interne al PD. La mia posizione sulla Tav Torino-Lione è nota avendola espressa in tempi non sospetti e in buona compagnia (Renzi avanzava forti dubbi sulla priorità dell'opera, Vendola era contrario e lo stesso Bersani non ne era affatto entusiasta), ben prima dei risultati delle recenti elezioni. Il Partito Democratico fortunatamente, e a differenza di altri gruppi politici e dello stesso Movimento 5 Stelle, non è un partito in cui manchi la dialettica interna, soprattutto quando trova una sintesi che tenga in considerazione pareri motivati e  diversi. Andrò in Val di Susa perché è compito della politica ascoltare, capire e soprattutto dialogare. Dunque parteciperò al convegno dei sindaci sulle grandi opere, non alla marcia. La contrarietà alla Tav, che in Val di Susa ha assunto connotazioni simbolicamente critiche verso questo modello di intervento pubblico spesso schizofrenico e incoerente nonché disattento alla sostenibilità, oggi ha anche ragioni di tipo economico. Tra le varie direttrici ferroviarie quella verso Ovest, infatti, è l’unica ad aver perso in termini di trasporto merci dal 2000 a oggi ed è anche l'unica, secondo gli studi previsionali effettuati, che non crescerà. Per le condizioni attuali del Paese non è certo  questa un’opera prioritaria, così come non lo sono il ponte sullo stretto di Messina e altri interventi dubbi per qualità e opportunità.

3. Con buon senso femminile, il 26 marzo conclude: se non hai che una bici con le gomme sgonfie, non comprerai una Ferrari. Con tanti saluti al collega del PD Flavio Zanonato, un vero maschio di partito che non smette di attaccarla a ogni pié sospinto.
Ma per fortuna non tutti gli uomini la pensano come lui.

lunedì 25 marzo 2013

Laura Puppato propone alle donne azione comune per nuova legge elettorale

Dal sempre attento blog "politica femminile" (capofila della rete blog regionale) raccogliamo un intervento di Laura Puppato, scritto in risposta alle attività dell'Accordo di Azione comune per la Democrazia Paritaria: considerazioni e proposte che ci confermano nella nostra prima impressione. Vediamo con piacere che, anche nel tempo, Laura Puppato dimostra di non essere solo una "politica" nel senso classico, ma qualcosa di più; una di noi, per dirla sinteticamente. Noi.. che? non "femministe", né di questo o quel partito.. noi donne.
Carissime amiche, 
seguo con grande interesse e condivisione il vostro lavoro nell'Accordo di azione comune per la democrazia paritaria e il vostro impegno per far sì che donne e uomini siano presenti con uguale rappresentanza, e potere di scelta e di voto, in tutte le istituzioni e in tutti i luoghi in cui si decide.
Sicuramente oggi, e non solo per la maggior presenza di donne in Parlamento, c'è un terreno più favorevole per rendere concrete le richieste che voi e moltissimi altri movimenti femministi e femminili proponete.
Vi scrivo dunque per dirvi che sosterrò tutti i principi promossi dall'Accordo di azione comune, e per informarvi di alcune iniziative che intendo intraprendere.

1. una proposta di legge condivisa
Mi riferisco prima di tutto ai punti da voi indicati nel vostro comunicato del 21 marzo, e che anche a me stanno a cuore: legge elettorale, riforma dei partiti, trasparenza e costi della politica. 
Su questi punti vorrei confrontarmi con voi per arrivare ad una proposta condivisa da portare all'attenzione non solo del mio partito, ma del Parlamento, in un dibattito il più ampio e condiviso possibile, che non deve a mio avviso vedere protagoniste solo le forze politiche ma l'intera società e, soprattutto, le donne.

2. una piattaforma partecipativa online
La seconda cosa che mi interessa condividere con voi è la piattaforma partecipativa online (che uscirà a breve) "Tu Parlamento", a cui ho deciso di dar vita proprio per non disperdere il patrimonio di idee e di proposte che vengono da gruppi, movimenti e singole persone.
Si tratta (si tratterà..) di uno spazio innovativo nel quale cittadini e parlamentari possono proporre alla discussione pubblica idee e bozze per proposte di legge, che nella loro definizione finale possono essere votate dalla cittadinanza e che i parlamentari promotori si impegnano poi a portare in Parlamento. Considero infatti prioritario far emergere la collaborazione sui temi, a prescindere dagli schieramenti, mettendo al centro i principi di un reale cambiamento - trasparenza, lotta alla corruzione, democrazia paritaria, ambiente e cultura.. insomma, i temi che vedo nel DNA stesso di tutte le istanze femminili.

Partiamo intanto da noi, da ciò che pensiamo e vogliamo e, insieme, portiamolo all'attenzione di tutti.
Creiamo noi, insieme, un nuovo metodo di lavoro: di confronto, di ascolto e di operatività, che può essere capace, a mio avviso, di invertire la tendenza che ha purtroppo portato molte e molti a guardare con distacco e sfiducia al ruolo delle istituzioni e delle elette ed eletti.
Io mi dichiaro disponibile sin da ora. E sicuramente non sono e non sarò la sola.

In attesa di incontrarci e confrontarci (sul web e di persona) voglio augurare non solo a voi, ma a noi tutte, un buon lavoro per tutte e tutti. 
Nel salutarvi vorrei rivolgere le mie congratulazioni a Marisa Rodano per il meritato riconoscimento appena ricevuto, e per la determinazione con cui è sempre presente.
Laura Puppato 24 marzo 2013 

mercoledì 20 marzo 2013

Puppato 2: il ritorno

Dopo le primarie a molti Laura Puppato risulta "sparita". Bè invece è ancora in circolazione - come vi abbiamo documentato anche qui, dopo un paio di mesetti che anche noi l'avevamo persa di vista. Stranamente non ha sbaraccato alle primarie (come avremmo apprezzato), ma almeno è stata eletta senatrice: proveremo a tenerla d'occhio in questa nuova veste. A partire dal messaggio da lei rivolto, in questi giorni, ai suoi sostenitori (e dunque anche a noi):
Cari amici,
è un vero dispiacere che le continue emergenze mi facciano perdere il filo con voi che mi sostenete con affetto. Non ho rinunciato alla mia idea di tornare a percorrere il territorio per conoscere i tanti che non ho potuto incontrare durante la candidatura alle Primarie: se tutti questi progetti vengono continuamente rimandati vedete bene che è sempre per cause di forza maggiore.
Ma la cosa che più mi preme è proprio tenere viva una vera partecipazione, che ci  conduca tutti verso la realizzazione di obiettivi importanti per ritornare a vedere un futuro, non importa di che schieramento o partito siamo. Ecco da cosa nasce anche l'idea della piattaforma TuParlamento, che vorrei aprire a breve.
Nell'anticiparvela, tengo a sottolineare che, anche se inizialmente l'idea è nata (con questa intervista) dal desiderio di cercare un confronto trasparente e diretto fra Pd e M5Stelle, la forma in cui sta nascendo è ben altro: uno spazio in cui tutti i cittadini e i parlamentari possano confrontarsi su proposte precise, in base a un Patto di partecipazione per cui i parlamentari che decidono di contribuirvi si assumano anche l'impegno a portare in Parlamento le proposte che vi verranno approvate. Questo anche grazie alle sollecitazioni che ho ricevuto da diversi di voi, e in particolare dal bell'invito rivoltomi dal suo blog, da Jacopo Fo; a cui ho risposto come vedete QUI.
TuParlamento: quando chi parla sei TU...
Perciò invito ciascuno di voi a esserci - quando sarà operativo. A molti (come per ogni cosa nuova), all'inizio potrà sembrare uno strumento difficile da utilizzare; ma vi chiedo di non scoraggiarvi di fronte alla novità: quando la piattaforma sarà pronta, il contribuito di ciascuno di voi sarà importante.
Non ci sono elezioni in vista, infatti, ma gli obiettivi da raggiungere restano.
Un grande grazie a voi che mi siete vicini.. grazie anche per come me lo fate sentire con tanti commenti ai post e messaggi privati

lunedì 11 marzo 2013

Il PD che eternamente esclude Laura: il PD che vuole perdere

Apprendiamo dai Tg, stasera, che il PD ha fatto la sua scelta per costituire una delegazione di incaricati a condurre trattative di dialogo con il Movimento 5 StelleE ci cadono le braccia.
Nei giorni scorsi, per questa mediazione, era stato fatto da più parti il nome di Laura Puppato, insieme a quelli di Vasco Errani e (come esterna al PD) di Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia: giornali autorevoli, dal Corriere della Sera al Fatto Quotidiano, ne hanno parlato. E in rete è anche emersa l'intelligente proposta, fatta da Puppato, di darsi strumenti nuovi, per sostenere un tentativo di dialogo basato sulla partecipazione della rete, in piena trasparenza: quella di creare una piattaforma virtuale di discussione democratica, aperta ai contributi dei militanti di entrambi i fronti. 
Ora, riguardo ai 2 nomi del PD: mentre (almeno a noi) suonava come piuttosto controproducente quello di Errani,  inutile sottolineare le ragioni per cui riteniamo la scelta di Laura Puppato la più logica: l'unica che oggettivamente, fra le figure del partito, avrebbe avuto titolo per una funzione del genere, e anche speranze di riuscita, per la sua storia; nonché per i suoi temi di elezione e i suoi rapporti tradizionalmente non guerreschi con quel movimento.

Ma oggi, nella prima riunione degli eletti al Parlamento del "Partito Democratico", in cui questi nomi avrebbero dovuto essere ufficializzati, il segretario Bersani chi ha designato, a sorpresa e senza possibilità di discussione, mettendo tutti davanti al fatto compiuto, in chiusura di riunione?
Luigi Zanda,
Rosa Calipari 
Davide Zoggia. 
Che cosa..? Ma.. a che titolo questi tre nomi, segretario Bersani? 
In base a quali "trasparenti" processi di discussione vi si è giunti? E in base a quali legittimi impedimenti è stata platealmente ignorata l'ipotesi di Puppato? E in base a quale arroganza questa ragionevole ipotesi viene liquidata, non solo senza possibilità di appello, ma senza nemmeno far cenno alle ragioni?
Questa penalizzazione indecente della risorsa più preziosa che ha oggi il Pd, e cioè Laura Puppato, è qualcosa che oggi ci indigna. Come se di altre delusioni, di altra indignazione, ci fosse bisogno.

Sorge il legittimo sospetto, segretario Bersani, che il PD faccia solo finta di volere un accordo.
Che il PD vada a testa bassa verso l'oggettiva impossibilità di qualunque convergenza è inspiegabile, ma questa è l'impressione. E una volta fallite le "mediazioni", logico dare la colpa a Grillo. E tornare a votare, magari con l'arrogante certezza di vincere, questa volta, con Renzi.
Il quale dichiara: "tifo Bersani, ma non sono ottimista". Ah si? Ma, ben sapendo quanto il nome di Bersani sia inspendibile presso Mov5Stelle, per quale ragione continua a caldeggiarne la premiership, se non in vista del suo esatto contrario?

domenica 10 marzo 2013

Essere donne in politica, secondo Laura Puppato

Come abbiamo già riportato Laura Puppato ha inviato, per l'8 marzo, un messaggio alle donne, tramite il blog "Politica femminile". Ci è piaciuto. Ma ancora di più ci piace il fatto che insieme vi abbia allegato un suo articolo, scritto ormai diversi anni fa (all'epoca del suo incarico come sindaca di Montebelluna), con una riflessione sull'essere donna in politica.
Inutile dire perché ai nostri occhi questa testimonianaza assume particolare valore; dunque ci fa piacere citarla anche qui, separatamente e per intero:
Fare politica e governare da donna: una riflessione
Cosa significa rivestire il ruolo di sindaco (parlo della  mia esperienza a Montebelluna) o altri ruoli di amministrazione e governo, essendo donna?… Ci sono caratteristiche che vengono dalla storia e dalla cultura delle persone siano esse indifferentemente uomini o donne e altre che, invece, si ritrovano presenti, più frequentemente, in uno dei due generi.
Quando penso al mio modo di intendere  politica e amministrazione pubblica mi pare diverso, a volte profondamente diverso, rispetto ai miei predecessori o ad altri colleghi, il metodo scelto per amministrare; diversi sono anche gli strumenti adottati ma anche taluni obiettivi prefissati. 
C’è attenzione alle persone perché considero essere queste il vero patrimonio amministrato:  cittadini a pieno titolo dal più piccolo al più anziano, dal più umile al più ricco  compreso il personale dipendente al quale chiedo con chiarezza e decisione di operare nel rispetto di tutti e di impegnarsi seriamente nel servizio alla città.
Ho scelto di essere d’esempio nel lavoro di ogni giorno, che deve risultare proficuo e determinato a raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati, considerando che l’esempio è appunto  il migliore e più efficace strumento  di traino e di reale condivisione dei problemi. Sono pochi gli ordini impartiti dall’alto, non c’è l’autorità precostituita alla quale avvicinarsi con ogni precauzione e alla quale spettino onore e privilegi.
Il senso del mandato è proprio nello stare tra la gente, nel trovare le soluzioni ai problemi, nel lavorare con interesse e pervicacia  volti a raggiungere lo scopo finale del benessere fisico e morale di ogni singolo cittadino.
A me sembra dunque che ci sia una differenza sensibile, nell'amministrare da donna o da uomo. Qualcosa che forse deriva da una forma mentis che si deve anche a una storia millenaria che ha visto le donne assumere in capo a se stesse, quasi sempre e solo, doveri e responsabilità senza l’abitudine a chiedere qualcosa in cambio. Benché sempre neglette e tenute a bada, le figure femminili sono state e sono struttura portante del tessuto della società: nella famiglia e nel lavoro - e quindi risultano presenti, affidabili e rigorose - perché questo è necessario per progredire,  permettere  la pacifica convivenza e sperare in un  futuro per i propri figli. La pace e il senso del futuro, vorrei dire, sono così obiettivi “naturalmente” - quasi fisicamente - propri della mentalità femminile. Senza generalizzare né fare luoghi comuni, mi riferisco alle esperienze personali, che coincidono con le evidenze statistiche.
Un po’ sentinelle un po’ muli, un po’ poetesse e filosofe, un po’ economiste e ingegnere… Difficile schedare con precisione le donne, poco inclini come sono ad una appartenenza acritica. Libere nel pensiero e nell’azione e coscienti che il valore delle cose è nel metodo con il quale si ottengono. Attente ai contesti e ai particolari, alla delicatezza dell’insieme, al pensiero che vola e arriva a meta, ai simbolismi.
Mi torna alla mente quale rappresentazione della diversità di approccio un luogo migrante che si chiama “il circo Bidone”: è un circo francese poetico e molto spettacolare insieme, lì ci sono i clown, come in ogni circo, ma in luogo dei leoni e degli elefanti tormentati ci sono  galline, gatti e cani che sembrano, incredibilmente, partecipi di una vita antropizzata senza essere vessati. La differenza sta nella grande semplicità con la quale vengono fatti partecipare allo spettacolo questi animali comuni,  ovvi e casalinghi, che pare abbiano sposato il vivere in simbiosi con gli uomini e le donne del circo: pare che nessuno ammaestri e domini, e che nessuno venga ammaestrato. Il che manda un senso di poesia e autenticità, lo spettatore ride e si diverte ma senza dileggiare gli animali, come rideremmo affettuosamente noi dei nostri animali che giocano con noi e fra loro. Chissà, forse è solo un'illusione, ma il senso vero del circo è in quello spettacolo semplice e diretto, dove ognuno ha il suo ruolo e tutti imparano a sorridere di se stessi, come in un film di Fellini.
Ecco c’è tanta idealità dietro l’azione femminile, certo c’è coraggio e onestà, attenzione all’ambiente, al  futuro e gioia di rendersi utili ma anche il senso, profondo, della vita con le sue luci e le sue ombre: l’ironia che nasce dal comprendere la relatività del valore dei beni materiali, che sviluppa la sensibilità verso i più sfortunati e la determinazione contro le ingiustizie.
Come disse Helmut Kohl, quando fu insignito del premio De Gasperi, solo gli idealisti sanno essere realisti, anche quando si è capaci di sognare resta comunque difficile realizzare una decente quotidianità, figuriamoci se si nasce già cinici e sconfitti. La politica al femminile è un orizzonte, e quindi idealità e sogno, in una quotidianità per raggiungerlo data dal lavoro e da molta, molta concretezza.
Laura Puppato, 2009
Fonte: politica femminile

sabato 9 marzo 2013

Laura Puppato per l'8 marzo

Un intervento di Laura Puppato è comparso sul blog "Politica Femminile Italia", per l'8 marzo, e come tale ve lo riproponiamo di seguito. Alla seconda parte dell'intervento, però, dedichiamo anche un post a parte: si tratta di un suo vecchio articolo che ci sembra valga la pena di valorizzare in sè.
Scrive laura Puppato:

"Ringrazio il blog Politica Femminile per darmi l'occasione, proprio nel giorno dell'8 marzo, di fare una riflessione con tutte le altre donne, che sia anche un augurio. Sono felice di poterlo fare in questo giorno prezioso che celebra le lotte di tutte le donne per conquistare rispetto e piena cittadinanza, e nel quale un'autorevole associazione femminile lancia anche un'importante campagna: quella per candidare una donna a Presidente della Repubblica. Da donna a donne, devo dirvi che durante la difficile campagna per le primarie la vigile attenzione sul mio operato (e spesso il sostegno) delle donne è stata per me una spinta costante a sentire ancora più forte le mie responsabilità, e in me sempre più pressanti e imperativi gli ideali per un'altra idea di mondo.  Oggi, scoprendo non solo questo blog, ma anche tutti i blog regionali correlati (con i relativi richiami a una serie di petizioni dirette ai politici), ho ritenuto mio dovere approfondire le riflessioni che vi sono proposte: da cosa si intende per "femminile" a tutta una serie di prerequisiti che vengono sollecitati alle candidate donne.
E mi si è aperto il cuore. Perché vedete, le pressioni da parte dei cittadini (i nostri datori di lavoro!), per noi politici, non sono (o non dovrebbero essere) solo fastidi. Possono essere invece paletti che ci tengono saldi, che danno - a chi è davvero disponibile e intenzionato a farlo - l'occasione di impegnarsi pubblicamente, di prendere partito in un flusso più ampio, che mentre ci aiuta a tenere la rotta ci conduce più in fretta verso certi obiettivi. Non è una cosa da poco, credete, specie in un periodo storico in cui, grazie a leggi scellerate, e all'incancrenirsi di un sistema diffuso delle corruttele, l'alta politica sembra dissolta mentre la distanza fra i partiti e i cittadini è cresciuta in modo disastroso. Voglio dirlo chiaro: con tutto il cuore mi ispiro agli ideali e ai punti fermi che, con il post di Vandana Shiva e quello sui prerequisiti, avete posto all'attenzione della politica. Tutte le petizioni che avete indicato le sottoscrivo in pieno e quegli obiettivi mi impegno a sostenere.
E spero che il più alto numero di colleghe vorrà farlo, a prescindere dagli schieramenti. Queste sono battaglie civili, sono battaglie di tutti. 
Il pezzo che vi lascio di seguito l'ho scritto nel 2009, durante il mio mandato come sindaca di Montebelluna, e fu pubblicato allora da "La Tribuna di Treviso". Non ho cambiato parere. Come era ve lo ripropongo come mio contributo a questo blog, in quanto tratta, precisamente, proprio della politica femminile.
Buon 8 marzo, a tutte, nel senso migliore che possiamo dare a questa data.
Laura Puppato, 8 marzo 2013

Fare politica e governare da donna: una riflessione
Cosa significa rivestire il ruolo di sindaco (parlo della  mia esperienza a Montebelluna) o altri ruoli di amministrazione e governo, essendo donna?… Ci sono caratteristiche che vengono dalla storia e dalla cultura delle persone siano esse indifferentemente uomini o donne e altre che, invece, si ritrovano presenti, più frequentemente, in uno dei due generi... Laura Puppato, 2009 (vedi al post originale).